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Salvini e Matterella: incontri al Quirinale

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
09/07/2018

1 – Oggi Salvini, ministro dell’interno, vice premier e segretario della Lega, incontra Mattarella, il Capo dello Stato.

Salvini ha chiesto di incontrare Mattarella per parlare di una sentenza che conferma un sequestro di 49MlnEuro sui conti del suo partito. La magistratura non farebbe sempre il suo dovere e compito del Capo dello Stato sarebbe assicurare l’indipendenza della magistratura, l’applicazione della legge in maniera esattamente uniforme e imparziale nei confronti di qualsiasi cittadino.

Mattarella ha accettato l’incontro per parlare con Salvini di quanto il ministro dell’interno sta facendo e quindi dell’indirizzo politico del governo, particolarmente in materia di immigrazione clandestina. Read more →

Cose da Bimba Piccola (Adoro il Tasso)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
08/07/2018

Improvvisamente, ma molto improvvisamente, dice di adorare il Tasso.

Lo stupore del padre è evidente.

Sono anni che cerca un libro in grado di aiutarla a diventare grande leggendo, anche se non avrebbe mai pensato al Tasso e avrebbe preferito raccontarle l’Orlando Furioso.

Uno stupore che diventa interrogativo senza bisogno di aprire bocca.

Adoro le crociere…

Dice senza essere interrogata.

Il padre torna sulla terra e smette di domandarsi in quale scatolone si sia nascosta la sua Gerusalemme Liberata.

In fondo, se fosse orfana non sarebbe un suo problema.

Porto d’armi per tutti (La Beretta non è Smith and Wesson)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
28/06/2018

Porto d’armi per tutti?

L’ultima proposta di Salvini è il porto d’armi per tutti come strumento per arginare la criminalità, o meglio la sensazione di assedio che la microcriminalità genera nei cittadini.

Due piccoli e insignificanti fatti di cronaca permettono di guardarla in controluce.

Un nerboruto alla stazione di Bologna e una macchina a Firenze

Il 21 giugno scorso, all’ora di pranzo, in un Fast Food della stazione di Bologna un padre decisamente muscoloso e palestrato con il figlio di circa dieci anni, l’aria mite del bambino con gli occhiali di un padre culturista in canottiera, si è visto portare via uno zainetto da uno zingaro.

Lo zingaro era decisamente emaciato e aveva l’aspetto di chi conosce da molti anni l’abbronzatura dei neon ferroviari.

Il muscoloso lo ha rincorso, lo ha afferrato, lo ha sbattuto per terra e lo ha malmenato.

Nessuno ha detto nulla. Nemmeno quando si è rialzato e ha battuto il cinque con il figlio che era il proprietario dello zainetto.

Lo zingaro è scappato barcollando e con i segni delle percosse ricevute ben evidenti.

La notte fra l’8 e il 9 marzo, la macchina di chi scrive è stata scassinata esattamente sotto la casa in cui chi scrive abita. I profanatori hanno portato via tutta l’elettronica di bordo. Il danno ha contato oltre Euro10Migliaia, di cui quattro sono stati rimborsati dall’assicurazione.

La sicurezza pubblica si affronta armando le emozioni?

Che cosa sarebbe successo se chi scrive o la muscolosa vittima del furto in stazione avessero avuto una pistola?

Io non so se non avrei sparato e sono abbastanza certo che il muscoloso lo avrebbe fatto con soddisfazione.

Nè io né lui avremmo saputo, nello sparare, chi stavamo colpendo.

La sicurezza pubblica quando il guardiano notturno manca non può essere affidata a un facile slogan. E’ un problema di governance anche in senso orizzontale e non verticale. Ci si deve chiedere quale sia il livello di governo più adatto per ricevere le risorse e organizzare la difesa dei cittadini, se quello dei sindaci sceriffi o quello delle amministrazioni centrali. Ma ci si deve anche chiedere se i cittadini non possano organizzare spontaneamente la propria difesa.

La difesa della patria non riguarda solo il pericolo esterno, ma riguarda anche la delinquenza e la microcriminalità e sarebbe corretto che si potesse fare qualcosa, sorvegliando e vigilando con il potere di dissuadere, se i metronotte potessero essere pagati anche per guardare le strade durante la notte e non solo i negozi e i condomini che temono di essere svaligiati.

Questo è il vero problema politica ed una cosa è certa che questo problema non si risolve armando le emozioni o dando la magnum dell’ispettore Callaghan a dei perfetti imbecilli.

La Beretta, per fortuna, non è la Smith and Wesson e se si occupa, forse, più della caccia che delle pistole da difesa personale è un segno di civiltà.

Meglio Palaia: la grande batosta elettorale di Renzi

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
26/06/2018

1 – Chi incontra Renzi per strada e sul Ponte Vecchio, gli dice Meglio Palaia.

Meglio Palaia si dice quando non si può fare peggio: Palaia fu distrutta dalle truppe di Carlo V in una maniera così crudele che quando qualcuno si lamentava per le angherie subite, gli si faceva osservare che a Palaia non sarebbe stato meglio.

La grande batosta elettorale del Partito democratico è evidente.

Come a Palaia, peggio non si poteva fare: ha perso tre roccaforti molto significative sul piano identitario: Pisa, Massa e Siena.

La città in cui è nato il sessantotto italiano, la città del Monte dei Paschi e la città delle lotte anarchiche e libertarie.

Il partito democratico non riesce più a parlare al suo popolo ma non ci si può dimenticare che solo quattro anni fa, aveva trovato un leader che aveva conquistato più del quaranta per cento dei suffragi e che sapeva parlare non solo al suo popolo, sapeva parlare anche al centro e trovare i voti della maggioranza degli elettori.

Lo faceva con una narrazione forte e convincente: Rottamiamoli tutti.

E’ evidente anche la batosta elettorale del M5S, anche se ha vinto quasi tutti i ballottaggi cui ha partecipato ma non è quasi mai arrivato al ballottaggio e talvolta non è neppure riuscito a selezionare i candidati per partecipare alle elezioni.

Salvini ha vinto, ma potrebbe essere meno immortale delle sue felpe e scomparire presto, come è successo a Renzi. Read more →

Anche oggi, esami (ci ho provato)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/06/2018

Mi parli del controllo di legittimità sulle proposte di referendum abrogativo.

Mi guarda con l’aria di chi la sa lunga, molto più lunga di chi scrive e inizia parlando del referendum molto in generale.

Temo che la domanda fosse più precisa…

Lo riporto al tema.

Mi guarda con l’aria di uno che comincia a boccheggiare.

Lo guardo assolutamente inespressivo e spiego il voto. Venti perché ha risposto bene a due domande su tre.

Torna all’aria di chi la sa lunga e mi dice che ci ha provato, che se uno fa una domanda alla quale non si sa rispondere si deve fare finta di nulla e rispondere a una domanda simile.

Cerca la mia approvazione.

Temo di non essere d’accordo. Le domande sono domande e le risposte sono risposte. È una questione di onesta intellettuale

Non perché non ci abbia mai provato.

Ma perché uno che ci prova non ammette mai di averci provato.

Anche questa è una questione di onesta intellettuale.

Cose da Bimba Piccola

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
14/06/2018

Babbo, abbiamo la Gerusalemme Liberata?

Figliola, perché ti interessi al Tasso?

Mi piacciono moltissimo le crociere…

Se fosse orfana, non sarebbe un mio problema.

È crudele ma non riesco a non pensarlo.

Oggi che è il tuo ultimo giorno di scuola media

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/06/2018

Oggi hai giocato con i gavettoni. Ti sei bagnata ed hai riso nella luce che giocava con l’arcobaleno

Anche oggi sei diventata grande e mi hai regalato il ricordo dei tuoi anni che per me erano già il sapore di Lucky Strike e dentifricio di una ribellione addomesticata

Stamani, presto, ti ho guardata dormire del sonno che allontana la fatica mentre io allontanavo la fatica dal sonno e mi hai regalato lo stesso attimo di meraviglia con cui Glenn Gould risuscita l’insonnia di Bach

Ed è l’unica cosa che vorrei poterti donare. Un attimo di meraviglia che non svanisce, che non sembra eterno prima di diventare fumo nel vento della vita

Quello che tu hai sempre regalato a me

Il negozio politico (A proposito di Torino – Lione, Ilva e tassa di soggiorno)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
20/05/2018

1 – Il negozio politico è l’accordo di coalizione. Il negozio politico, come il negozio giuridico, ha bisogno di una causa per poter essere considerato lecito.

La causa del negozio politico dovrebbe essere la giustizia sociale, se manca la giustizia sociale, il negozio politico diventa il luogo di scambio di clientele basate su interessi particolari.

Praticamente, la bottega dei souvenir di Ho Chi Minh. Read more →

Moriremo tutti democristiani?

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
18/05/2018

Moriremo tutti democristiani?

La domanda viene leggendo il contratto di governo espansivo che Lega e M5S stanno finendo di mettere a punto, oggi che, secondo alcuni più informati di altri, potrebbero uscire i nomi del Presidente del Consiglio e dei ministri che proporranno al Capo dello Stato.

Contratto di governo non è un’espressione che suona benissimo: l’uso di uno strumento privatistico per regolare l’indirizzo politico appare stravagante, perché è stravagante la posizione costituzionale del Presidente del Consiglio il cui compito è adempiere alle obbligazioni rivenienti da un contratto fra i partiti politici che lo sostengono ed è stravagante l’idea di dirigere, al di fuori della responsabilità ministeriale, che è un istituto parlamentare, la politica di governo.

Quello che fa riflettere è la politica espansiva proposta dal contratto di governo perché certifica la fine dei partiti politici come soggetti che incarnano dei fini non negoziabili, delle ideologie che non possono rinunciare ai loro fini senza perdere la propria identità e quindi la ragione per cui sono votati, ma anche per cui esistono.

Queste ideologie diventano, nel contratto di governo, la rinuncia a realizzare l’alta velocità, una tassa “flat”, il reddito di cittadinanza, i sermoni degli Imam in lingua italiana e la dichiarata volontà di sottrarsi al patto di stabilità e crescita per realizzare politiche espansive basate sul deficit.

Quando ci si interroga sul momento in cui i partiti politici in Italia hanno perso il loro fondamento ideologico, lo si individua (pigramente: le ragioni sono più profonde e risalgono alla stessa fondazione della repubblica) nell’omicidio di Aldo Moro ma il discorso politico dell’ultimo Aldo Moro, il suo dialogo con Berlinguer, era fondato sulla consapevolezza del tramonto delle ideologie e della necessità di tornare ai valori costituzionali in un quadro di solidarietà nazionale perché questi valori consentivano di costruire una unità morale della nazione.

Il contratto di governo è una cosa diversa e assomiglia al congresso di Napoli della DC nel 1954, quando un partito del nord, come la DC di allora, decise di allargare al sud la base del proprio consenso e non lo fece attraverso un’opera di propaganda, lo fece conquistando le clientele esistenti attraverso la spesa pubblica che finanziava cattedrali nel deserto e consentiva di creare occupazione al di fuori dei fondamentali economici.

C’è nel contratto di governo la certificazione della fine delle ideologie, ma anche della fine dell’art, 95, Cost. e, soprattutto, la fine di una idea molto parlamentare per cui il governo si presenta al Parlamento con un programma e lo discute in Parlamento presentando la mozione di fiducia su cui si fonda la responsabilità ministeriale. Questo governo non può essere responsabile se non ha costruito il proprio programma, se il suo programma è l’oggetto di un contratto fra i partiti politici che lo sostengono.

Oggi, forse, avremo un governo e, se questo dovesse accadere, ricominceremo a dire Moriremo tutti democristiani, perché è stata la democrazia cristiana a uccidere le ideologie sostituendole con la spesa pubblica.

Dispiace perché si poteva fare di meglio.

Perfino Salvini e Di Maio potevano fare meglio.

I pensieri politicamente scorretti di Bimba Impertinente (Cinque e mezzo)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
17/05/2018

Adesso che è passato molto tempo da questa foto, ha preso il suo primo cinque e mezzo a matematica.

Fissa il nulla dentro una coperta a forma di sirena, perché è passato meno tempo di quello che può sembrare da questa foto.

La sorella la sfiora appena:

Ti devi volere bene

Risponde, senza uscire dalla sirena:

Se non ci si vuole bene, non si va da nessuna parte e aggiunge dopo qualche secondo E’ una frase da vecchi

No, è una frase del cazzo. Replica, lapidaria, Bimba Piccola.

E Bimba Impertinente esce dalla sirena per andare a giocare.

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