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Chi li ha sciolti? (Piccole soddisfazioni un po’ maligne)

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/10/2008

petznerhaigerDi sicuro c’è solo che Joerg Haider si è schiantato con la macchina.
Anche che violava i limiti di velocità.
E che la macchina era una Volkswagen Phaeton (un modello che mi ero sempre chiesto come potesse essere venduto e chi lo comprasse).
Dicono che fosse alticcio.
Sorriso maligno.
Dicono che uscisse da un locale gay.
Risata maligna.
Dicono che il suo successore, tal Stefan Petzner ne fosse innamorato e che condividesse con lui una passione assai più politica, un qualcosa che si può chiamare amicizia affettuosa.
Risatona malignissima.
Non perché ci sia qualcosa di male nell’essere omosessuali.
Nemmeno perché ci sia una incompatibilità fra l’estrema destra e l’omosessualità. Tutt’altro.
Ma perché un ricchione vestito da shutzen fa la sua porca figura.

Proteste accademiche: 2008, 1968 o 1348?

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/10/2008

Caroline_de_Bendern_1968L’intero mondo accademico è scosso da una vibrante protesta.
Pòle Berlusconi minacciare l’uso delle forze pubbliche negli atenei per garantire lo svolgimento delle lezioni?
O le accademie (e soprattutto gli accademici) godono di una autonomia che traslittera in immunità?
Pòle.
Lo potrebbe il ministro degli interni.
Lo può il Presidente del Consiglio dei ministri.
L’interpretazione della sicurezza pubblica e la sua garanzia sono sicuramente prerogative dell’esecutivo, ovvero dell’indirizzo politico di maggioranza.
Ma la questione si pone in termini diversi.
Berlusconi, sul cui acume politico e strategico non possono resistere molti dubbi, pare avere intrapreso una operazione più interessante.
Si è avveduto che la sua maggioranza gode di un consenso (anzi, di un indice di gradimento) schiacciante ed ha deciso di non logorarla, aiutando l’opposizione con un atteggiamento da Pinochet travestito da Scelba quasi materno.
La vera questione, poi, si pone in termini ancora diversi.
Chi difendono queste manifestazioni?
Difendono il diritto allo studio?
Sarebbe come dire che l’attuale sistema universitario garantisce il diritto allo studio e questo, forse, non è.
Difendono una rivoluzione colorata?
Sarebbe come dire che le attuali proteste hanno dei maestri alle loro spalle, un pensiero che le sorregge, una linea politica che discutono. Anche questo non è.
No.
Difendono un sistema stanco e torbido.
Un sistema nel quale i convegni si fanno dove ci sono i soldi per il buffet, a costo di finire dietro il culo della Luna.
Nel quale i concorsi si perdono perché si è più bravi del vincitore, sicché se ne può sempre vincere un altro, mentre l’idoneo o vinceva questo o non vinceva più.
Che discute la quarta riforma organica dei corsi di laurea in dieci anni e se uno resta fuori corso ha una guida dello studente che pare la sibilla cumana.
Paga la missione 20/12 –> 15/01/08 a Rio di un illustre cattedratico, per l’annuale convegno fra gli studiosi di analisi economica del diritto agrario, ovvero dei cesellatori di cocomeri.
Etc.
Non pare un sistema da difendere troppo.
Mi pare un sistema che si chiude – allegra brigata – in una villa di Bellosguardo mentre fuori infuria la peste.
Niente 1968.
Ahimè.
Il 2008 accademico assomiglia al 1348 di Boccaccio.
Quanto a me, affronto la sospensione della didattica podcastando le lezioni.
Che mi pare un modo ragionevole di garantire il diritto allo studio dei miei studenti.

I pensieri politicamente scorretti di una bimba impertinente (Gesù)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/10/2008

BimbaImpertinenteSera, Bimba Impertinente: Babbo mi racconti di Gesù?
Babbo, ragionevolmente stupito della tensione mistica: Gesù … Gesù era un signore che girava per Israele e predicava di un mondo migliore …
[Sguardo perplesso di B.I. e ricerca di una diversa spiegazione]
Si narra che Gesù guarisse i malati …
[Incoraggiante lampo di interesse di B.I.]
Si, Gesù, una volta, incontrò un mendicante che aveva una mano tutta anchilosata, gli disse Stendi la mano e il mendicante la distese, guarendo
–> Ma non è possibile
Beh, devi immaginare che Gesù poteva fare tutto quello che voleva
–> Come un mago
Si, una specie di mago, diciamo il mago che conosceva i segreti di tutti i maghi
–> Insomma, Babbo, dimmi la verità: Gesù era Mary Poppins

Dignitas (Eutanasie svizzere)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/10/2008

RugbyLa storia di Daniel James è di una tristezza lancinante.
Daniel James giocava a rugby nel Loughborough.
Giocava in mischia.
Esattamente al centro della mischia, perché era un tallonatore.
Durante un allenamento, la mischia è collassata su di lui, che è rimasto schiacciato sotto il peso degli altri avanti.
Il collo si è spezzato.
Per molti mesi, ha cercato di recuperare il recuperabile.
Ha iniziato a muovere leggermente le dita.
Con un dolore quasi insopportabile.
Non riusciva a trattenere i bisogni più elementari.
Non poteva mangiare da solo.
Parlava con difficoltà.
Ha cominciato a sentire come insopportabile una vita di questo genere.
Ha provato ad uccidersi.
Una volta, due volte, tre volte.
Senza mai riuscirci.
Le sue condizioni gli impedivano di uccidersi.
Ha chiesto ai genitori di aiutarlo.
Lo hanno aiuitato accompagnandolo in una clinica svizzera, dove è consentito praticare l’eutanasia e dove è morto.
Un funzionario dei servizi sociali ha ritenuto di riferire tutto questo alla polizia, che ha interrogato i genitori e passato la pratica al Public Prosecutor, che deciderà se vi è o non vi è materia per un processo.
I genitori hanno ammesso di avere aiutato il figlio a morire.
Con serenità.
Hanno chiesto solo silenzio.
Erano dispiaciuti del fatto che i loro figli più piccoli avessero appreso dai giornali che il fratello li aveva salutati sapendo che sarebbe morto.
Che li aveva salutati dopo avere deciso di morire.
La giurisprudenza inglese non condanna chi aiuta a morire un familiare.
Potrebbe farlo, ma pragmaticamente si trincera dietro un lack of evidence (non vi sono sufficenti elementi probatori per andare avanti verso una sentenza di condanna ragionevolmente certa) o una assenza di public interest (non vi sono ragioni per concentrarsi su un fatto come questo invece che su altri molto più pericolosi).
E’ un atteggiamento pragmatico ed ipocrita.
Si può chiedere ad un ragazzo che è abituato a combattere nel mezzo di una mischia di vivere dentro una prigione per il resto della sua vita?
Gli si può davvero chiedere di rinunciare a esercitare il suo diritto al suicidio solo perché è paralizzato?
Siamo lontani da Eluana Anglaro.
Daniel James era perfettamente cosciente e consapevole.
Ma non poteva eseguire i suoi pensieri.
Se avesse potuto, non avrebbe chiesto di morire.
In fondo, è l’unico diritto che non può essere sottratto neppure a un ergastolano o a un condannato a morte.
Ed il pianto dei suoi genitori merita di essere compreso e rispettato.

P.s.
L’immagine è stata copiata da: http://www.guinnesspremiership.com/254_9477.php
Su Mark James: http://www.timesonline.co.uk/tol/comment/columnists/libby_purves/article4974332.ece

Discriminazioni positivamente orientate

21 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/10/2008

Che pare un modo per dire che distinguere fra il bagno dei maschi e il bagno delle femmine non e’ sbagliato.


Ed invece e’ la giustificazione della mozione che vorrebbe delle classi di sviluppo separato (in afrikaneer, apartheid) per gli stranieri che non superano un test di ammissione.


Scandalizza?


Si, scandalizza anche se nessuno vorrebbe che i suoi figli non imparassero le divisioni perche’ ci sono bimbi che hanno bisogno di apprendere l’italiano.


Anche se nessuno vuole che i suoi figli siano turbati dal disagio di una convivenza emarginata.


Etc.


Insomma, e’ uno stupore ipocrita, che non fa nulla per risolvere un problema molto piu’ grave.


Non si puo’ certo pensare che lanciare un bimbo nomade in una classe di bimbi normali, una classe di Piazza Savonarola, diciamo cosi’, sia un modo per integrarlo o per non discriminarlo.


E’ il vero modo per farlo scappare. Peggio forse anche della discriminazione positivamente orientata come la ignavia leghista chiama le affirmative actions.

Il silenzio dell’art. 74, Cost. (Napolitano alle prese con un difficile rinvio)

20 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/10/2008

NapolitanoIn questi giorni, gira un invito.
Si tratta di scrivere a Napolitano chiedendogli di non promulgare la riforma del maestro unico proposta dal Governo.
Pare che l’indirizzo di posta elettronica del Quirinale abbia ricevuto migliaia di messaggi.
Il dubbio è se Napolitano possa o meno rinviare alle Camere la deliberazione legislativa.
Può, ma forse non dovrebbe.
Per più ordini di ragioni.
La promulgazione di una deliberazione legislativa consiste della definitiva imputazione allo Stato della manifestazione di volontà parlamentare.
Il Presidente della Repubblica può chiedere alle Camere una nuova deliberazione.
In questo caso, per l’art. 74, Cost., la deliberazione legislativa cade nel nulla se non viene approvata dalle due camere a maggioranza assoluta.
L’art. 74 non specifica le ragioni per le quali il Presidente della Repubblica può rinviare una legge alle Camere.
La prassi più recente si è attestata in rinvii tecnici, collegati alla incostituzionalità delle deliberazioni legislative, ovvero alla loro imperfetta formulazione, e si è allontanata da rinvii politici, collegati al merito costituzionale trattato dalla proposta di legge.
Ciampi ha rinviato il disegno di legge Gasparri di riforma del sistema radiotelevisivo, con un messaggio molto tecnico, nel 2002; lo stesso ha fatto nel 2000, per una deliberazione legislativa in materia di organizzazione del personale sanitario; nel marzo 2002, in un caso di conversione di un decreto legge non caratterizzato dai requisiti di necessità e urgenza previsti dall’art. 77 e nel novembre 2002 per chiedere l’adozione di una salda dottrina delle fonti nei rapporti fra Stato e regioni.
Non ha rinviato né la legge sulle rogatorie internazionali, né la legge sul legittimo sospetto, né la legge che accordava l’immunità alle più alte cariche dello Stato, successivamente dichiarata incostituzionale con sentenza 24 del 2004.
Le ragioni della prudenza del Capo dello Stato stanno nella sua irresponsabilità politica.
Il Capo dello Stato non svolge una funzione propriamente politica.
Rappresenta l’unità dello Stato e la fedeltà alla Costituzione.
Un rinvio motivato da ragioni propriamente politiche sarebbe in contrasto con il suo ruolo.
Come è accaduto per Cossiga, quando – nel 1992, il 1 febbraio – ha rinviato alle Camere la riforma della obiezione di coscienza, con un messaggio molto discutibile, perché sovrapponeva il merito politico del Presidente alla sintesi politica operata dal Parlamento.
In realtà, le mail al Capo dello Stato sono pericolose.
Sono pericolose perché cercano di tirargli la giacca per farlo entrare in un agone politico che è pericoloso per la sua legittimazione e, quindi, per la stessa efficacia dei valori costituzionali.
Detto tutto questo, la riforma del maestro unico è, davvero, una porcata, se così si può dire.
Ma è in contrasto con valori e principi costituzionali, non con norme direttamente cogenti in termini tali da poter costituire un parametro saldo di un giudizio di costituzionalità.
E’ in contrasto con il diritto allo studio, con il valore della eguaglianza in senso sostanziale, con l’autonomia regionale in materia scolastica, con il diritto al lavoro dei genitori, etc.
Tutti valori che, purtroppo, sono ancora lontani dall’avere delle coordinate sicure – binding, per usare un lemma del lessico internazionalistico – nel processo costituzionale.

Il chiosco degli sportivi (Ultimo giorno)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/10/2008

Il chiosco degli sportivi è un pezzo di Firenze.
Sta in mezzo a Firenze, un po’ nascosto.
Lo frequentano vecchietti.
Residuati bellici vari.
Oggetti atipici per il Colle Bereto o le Giubbe Rosse.
Barboni che nessun altro bar servirebbe.
Soprattutto, il Chiosco degli sportivi è un anziano che sta dietro alla cassa da quando era piccolo.
Il tipo di barista che cena con le paste e i salati che avanzano dalla vetrina.
E’ eguale a se stesso da quando ero piccolo e mi ci portava il mio nonno.
Non è mai cambiato nulla.
Nemmeno il toscano spento che gli pende all’angolo della bocca nel pomeriggio.
O la bandierina di Azzurra firmata da Cino Ricci.
Anche oggi, non è cambiato nulla.
Solo una lacrima negli occhi del barista, mentre restituiva i soldi del caffè:
Oggi pago io.
Domani non ci sarò più e oggi tocca a me pagare.
Non è facile stare sul palco per cinquanta anni e lasciarlo.
Non è facile nemmeno se il palco è semplicemente una sedia di vilpelle dietro a una cassa bisunta.

Cioni ti odia (Una colletta per la libertà di stampa)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/10/2008

Immag049E’ un vecchio post.
Mi faceva sorridere che le scritte sui muri "Cioni ti odia" scomparissero subito.
Appena scritte.
Ironizzava sul politico cittadino, che sa benissimo di essere amato ed odiato nella stessa misura.
Il che è dei politici che, se non altro, hanno la forza di manifestare la propria personalità con un certo piglio.
Magari autoritario, non sempre meravigliosamente democratico (trovo la campagna sull’ordine pubblico molto discutibile, ad esempio).
Ma ragionevolmente autentico.
In questo senso, forse, Cioni è, per il centro sinistra, l’unico candidato sindaco davvero credibile.
Oserei dire pericolosamente credibile.
Tuttavia, il mio post, di molti mesi fa, è diventato improvvisamente di moda.
Trovo un commento fra il sarcastico ed il minaccioso che incollo:
Sa, dopo aver letto un po’ di queste sue riflessioni, comincio a dubitare seriamente che lei sia un laureato in diritto costituzionale.
Ma comunque, non è questo il punto che voglio affrontare anche perché questi sono problemi suoi.
Mi colpisce ciò che ha scritto: “Subito dopo essere dipinto, Cioni ha la forza di essere cancellato.
Sta diventando difficile trovare un Cioni ti odia senza qualcuno che lo copre.
Cioni fa paura.
Nessun proprietario di mura cittadine vuole essere considerato il complice di questa diffamazione.”
A questo punto mi sono chiesto se lei per caso e dico per caso, è mai venuto a sapere, che il comune (qualunque esso sia e di qualunque bandiera esso sia) ha l’OBBLIGO di cancellare scritte di tale tipo..melo chiedevo dato che lei avrà quasi sicuramente studiato anche queste cose..poi non si sa mai..
La replica è facile.
No, non sono laureato in diritto costituzionale.
Sono laureato in diritto processuale civile.
Ma insegno diritto costituzionale, per il che uno potrebbe essere laureato anche in economia politica.
E come costituzionalista sono anche piuttosto conosciuto.
Non mi vergogno di non sapere che esistono delle norme che obbligano i comuni a cancellare le scritte sui muri.
Se esistessero, mi pare che siano violate abbastanza di frequente.
Etc.
Ma sono preoccupato.
Perché leggo che Cioni ha chiesto 100kEuro agli organizzatori del gruppo di Facebook intitolato Cioni ti odia.
Non vorrà mica qualcosa anche da me?
Io tutti questi soldi mica ce li ho.
Chi mi dà una mano?

Chi li ha sciolti? (Consiglio di Facoltà)

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/10/2008

GelminiOggi, Consiglio di Facoltà.
L’ordine del giorno va da: pratiche amministrative (si possono stornare 200/00Euro dal capitolo "avanzo di bilancio", al capitolo "centro linguistico di ateneo), pratiche studenti (si possono stornare diciassette studenti dai corsi del mattino, che non possono frequentare, ai corsi del pomeriggio, che possono frequentare), convenzioni tirocinio (si può sottoscrivere la convenzione con l’azienda ___ per il tirocinio dello studente ___), alla riorganizzazione della offerta formativa (i corsi di laurea si devono articolare per curricula o secondo percorsi formativi più o meno professionalizzanti).
Fuori, dall’alma aula, si discute di un progetto di legge che può modificare sensibilmente il quadro stesso del diritto allo studio.
In bene o in male, ma sicuramente in termini radicali.
Gli studenti hanno occupato il rettorato.
Minacciano uno sciopero dalle lezioni.
Chiedono di conoscere quali iniziative si intendono adottare.
Non era un tema né da Comunicazioni, nè da Varie.
Era un tema, che se fossimo persone serie, avrebbe dovuto occupare l’intero Consiglio.
Non lo siamo.
Naturalmente.
Se fossimo persone serie, dovremmo discutere attentamente la riforma e se la troviamo ingiusta dovremmo unirci alla protesta degli studenti, guidarla, se del caso, e opporci con tutti gli strumenti che possiamo avere a disposizione.

A lezione (Mala tempora currunt)

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/10/2008

lavagnaLezione di diritto costituzionale.
La problematica costruzione dei principi della Costituzione economica in una società liquida.
Tema complessuccio.
Su un passaggio del discorso – la costituzionalizzazione implicita del diritto allo sviluppo sostenibile per il tramite di una interpretazione assiologicamente orientata degli artt. 1, 2, 3 e 9 Cost., nonché del rinvio mobile di cui all’art. 11, Cost. – entra un energumeno con dreadlock.
–> Mi scusi, Professore, ho bisogno di una sedia.
Prende la sedia dietro alla cattedra e esce.
Stupore.
Rapido pensiero all’antico maestro e a cosa avrebbe fatto.
Esco dall’aula e lo rincorro: Posso portarle la sedia?

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