Serate al mattino
“Sono andato a Pontedera – C’eravamo solo noi
Poi sono andato a Empoli – E’ bellino d’estate, dentro si sta male
Dopo siamo stati al Cuore Matto (chissà dov’è) – Ma anche lì non c’era un cane
Alle quattro del mattino, sono dovuto tornare a casa”
In questi esatti termini, il giovane studente seduto dietro di me, sul treno che ci porta a lezione, verso le 7,40 a.m.
Se fossi come erano i miei professori, non potrei davvero esimermi dallo stimolarlo durante la lezione, in modo da verificare il suo stato di attenzione, da fargli capire che in questo modo probabilmente non può farcela.
Difficile studiare in queste condizioni.
Ma non lo sono.
Non penso di dovermi occupare della sua vita e delle sue scelte.
Esattamente nella stessa misura in cui mi rifiuto di fare la morale agli studenti che non superano il mio esame.
Semplicemente non mi stupirò dei suoi occhi ben lessati mentre parlo.
E farò in modo di sorridergli mentre scendiamo dal treno.