Violenze (inutili?)
Un poliziotto della stradale ha ucciso una persona che sedeva in una auto.
Un immigrato clandestino ha ucciso una persona che tornava a casa.
Un padre ha ucciso la figlia che voleva vivere la sua vita.
Sembrano violenze inutili.
Lo sono davvero?
E’ davvero impossibile pensare che prendere una persona, addestrarla all’uso delle armi, convincerla che l’ordine pubblico è un importante valore costituzionale e dopo metterla a passare le sue giornate dietro ad un autovelox, appostata come un apache in uno spaghetti western, non sia pericoloso?
Potrebbe anche accadere, come forse è accaduto, che quando a questa persona sembra di poter finalmente fare quello per cui è stata addestrata, la sua ansia uccida qualcuno che non c’entra nulla o che comunque non aveva il diritto di morire in quel modo.
Egualmente, non pare molto difficile immaginare che la massa delle persone invisibili, che vivono ai margini della nostra quotidianità, sparata nel buio delle loro baracche da televisioni accese come falò nella notte di Custer, non possa non ribellarsi.
Anche con un gesto idiota, un gesto da pecora nera, un gesto ignobile.
Il genere di gesto che compie una vittima quando decide di essere, per qualche secondo, carnefice.
Così è di una cultura importata come se fosse cibo giapponese, senza nessun tentativo di comprenderla o di accoglierla.
Può succedere che diventi una miscela che si rivolta contro l’inadeguato, contro la persona che non riesce a capire cosa gli accade intorno, e si ribella chiudendosi in un tradizionalismo ancestrale che funziona alla maniera di una coperta di Linus, fino a soffocarlo, perfino negli istinti più inevitabili.
Sono tutte violenze inutili.
Incomprensibili.
Stupide.
Inaccettabili per una cultura privilegiata.
Odiose alla classe dominante.
Ma perfettamente razionali e ragionevoli se si guardano le folle che si scatenano contro il popolo rumeno e picchiano dei disgraziati su un muretto fuori da un hard discount o che si divertono a giocare a corteo (il war game molto anni di piombo che faceva scontrare manifestanti e polizia) contro una caserma ed una sede della televisione di Stato.
Sono esattamente l’altra faccia di quelle folle.