Tutte le stazioni
Ora ma proprio ora.
Un treno che si ferma in tutte le stazioni.
Cento chilometri in un’ora e mezzo.
Una tipa che urla nel portatile le sue storie d’amore.
Urla e accavalla le gambe.
Urla e scavalla le gambe.
«Lui deve capi’ che ‘un si fa’ pe’ ruzza’»
Ride e vocia.
Vocia e ride.
Ha un intorno di cinquantanni. Stasere un amico va a trovarla. Lei gli ha detto che non ha voglia di cucinare. Lui che si accontenta – «de’ ma ah capito ‘he ha detto» – che gli basta il suo panettone.
Stanotte, fulmini.
«De’ ma c’o’ paura d’angelo. ‘Un vorrei mi ci comparisse d’improvviso.»
«Ed io stacco tutti i telefoni.»
Spero che Angelo legga questo post: lui si chiama Dario. E tu, Angelo, beh quando entri in casa china il capo che senno’ resti incastrato con le corna nell’inbotte dell’uscio.
P.s.
E’ scesa a Ponsacco.