Il governatore va a troie (E chi se ne frega)
Eliot Spitzer è un politico newyorkese piuttosto importante.
Ha una carriera roboante: è laureato ad Harvard, dove ha conosciuto la moglie, è stato "sostituto procuratore" a New York, dove, fra l’altro, ha coordinato le indagini di mafia sulla famiglia Gambino.
Poi è stato eletto procuratore generale nel 1998, confermato nel 2002 e nel 2006 è diventato governatore, con un significativo successo sull’avversario repubblicano.
La sua fama è legata ad indagini molto dure sul malaffare dei colletti bianchi, sulle frodi in internet e sui danni ambientali: fu lui a incolpare Richard Grasso, l’amministratore delegato del New York Stock Exchange, di essersi attribuito una maxi gratifica danneggiando il mercato.
Insomma, non è un personaggio da poco.
Antipatico.
Ma integerrimo.
Tuttavia sembra che non molto tempo fa, si parla dei primi giorni di febbraio, abbia fissato un appuntamento con una signorina di facili costumi.
La signorina, così si legge nell’affidavit, sarebbe stata piuttosto soddisfatta: E’ stato carino e non mi ha chiesto nulla di strano, avrebbe detto al booking agent.
Si è scusato: Ho tradito tutto quello in cui credo e la mia famiglia.
Adesso sta pensando alle dimissioni ed i quotidiani si interrogano sul loro impatto nelle primarie democratiche.
E’ strano.
Davvero un governatore non può andare a troie?
Davvero morale privata e morale pubblica sono avvinte da un nesso di indissolubilità per cui chi tradisce la propria famiglia tradisce anche i propri elettori?
Forse no.
Forse questi sono affari di Spitzer, che – poveraccio – non aveva nemmeno speso poco per assicurarsi la compagnia di una signorina assai riservata, attraverso una casa di appuntamenti nota per i servizi di alta qualità, e si era anche premurato di fare i propri comodi ad una ragionevole distanza da casa.
In fondo, non si è comportato in maniera molto diversa da Vaclav Klaus, presidente ceco, paparazzato con una hostess di ventinque anni.
Solo che in questo caso viene da dire: Bravo il nostro vecchietto.
No.
Klaus non merita nessun complimento.
E Spitzer può meritare un po’ di comprensione.
Ma dietro ad entrambi ci sono delle figlie e delle nipoti che scoprono di avere un padre o un nonno puttaniere dai giornali.
Questa sembra la cosa più turpe di tutta la vicenda.
La compiaciuta prouderie che solleva.