Quello che non si può dire a proposito dei propri vicini potrebbe essere vero
Nigel Farage, presidente di un partito piuttosto conservatore e populista nello stesso tempo (l’Ukip), che sta cavalcando la crisi economica e sociale di questi tempi, ha fatto una piccola gaffe durante una intervista televisiva.
Gli è stato chiesto se ci sia da preoccuparsi se una famiglia di romeni, viene ad abitare sul nostro stesso pianerottolo e ha risposto di si.
Si è scusato a lungo, ha detto che era stanco e ha organizzato una sorta di carnevale dedicato alle minoranze.
Doveva davvero fare ammenda?
Forse no e non perché i rumeni fanno paura o sono diversi dai cittadini del Regno Unito.
Ma perché ha espresso, con lucidità inconsapevole, il teorema del naufrago e della zattera.
La questione, che non riguarda le persone che abitano i piani alti della nostra società, ha origini nella crisi economica che colpisce i cittadini meno fortunati. Questi si aggrappano ai loro piccoli privilegi (una pensione sociale, una abitazione di edilizia residenziale pubblica, una articolazione per fasce delle tasse universitarie e delle mense o del ticket per i farmaci) sapendo che sono la zattera che consente loro di sopravvivere ancora per qualche giorno.
Non di vivere, ma di aspettare i soccorsi sapendo che comunque si dovrà morire.
Queste persone sono ragionevolmente spaventate dall’arrivo di altre persone provenienti da altri naufragi.
Sanno che la loro zattera non resisterà a lungo e sanno anche che potrebbero essere scacciate dalla zattera perché i nuovi arrivati possono essere più forti e più aggressivi.
Farage non si è saputo esprimere e la sua storia non ha reso più articolato e interessante il suo discorso. Però esiste un problema, un problema che tocca i cittadini meno fortunati, e affermare una retorica fondata sull’accoglienza senza tenere conto del teorema della zattera nel naufragio rischia di tracimare in un razzismo alla rovescia, che colpisce i cittadini anziché gli stranieri.
Se un gruppo di somali occupa lo stabile accanto a quello in cui vivi, è ragionevole preoccuparsi e soprattutto è ragionevole chiedersi perché nell’intera città l’onere dell’accoglienza cada sul tuo quartiere.