La città in cui viviamo (3156)
La città in cui viviamo è anche una ragazza di ventuno anni che si suicida sotto un treno.
Il traffico che si blocca a causa degli accertamenti della polizia giudiziaria. E neppure un trafiletto sul giornale del giorno dopo, che era il 15 ottobre 2019.
Nemmeno una riga che ricordi quell’istante di dolore estremo che solo alla fine dell’adolescenza si può provare.
Perché era il giorno della cittadinanza onoraria a Richard Gere. Del sindaco che gli regala una maglia della fiorentina. Di un libro grande e bianco firmato con la calligrafia nitida di un giorno felice.
E il ricordo di quell’angoscia è solo nelle parole del capotreno ai pendolari del 3156 soppresso.
Richard Gere avrebbe detto commuters.