Tristi compleanni
Mi piace ricordarti quando ancora camminavi e mangiavi a tavola con noi, come una persona normale, cui piaceva prendere due volte la pastasciutta e bere il vino.
Oggi, o domani, mi faresti gli auguri per il mio compleanno.
Li hai sempre fatti in anticipo e non li hai mai dimenticati. Neppure negli anni in cui siamo stati più distanti e malgrado quegli anni fossero i tuoi ultimi e la distanza lacerasse entrambi.
Mi manca già quella telefonata in cui avresti detto: Gian Luca, manca poco al tuo compleanno. Non molte altre cose perché non amavi parlare e la timidezza ti annodava le corde vocali quando si trattava di dire a tuo figlio che gli volevi bene.
Mi manca come mi mancano quei baci che davi protendendo le labbra sulla mia guancia.
Ogni volta che mi chiamavi per quegli auguri in anticipo non riuscivo a trattenere uno scongiuro: sono sempre stato molto più scaramantico e superstizioso di te.
Adesso so che non mi chiamerai, anche se guardo il telefono ogni volta che squilla sperando di trovare il tuo numero.
Lo so e non riesco a non trattenere le lacrime, come ogni volta che penso a te.
I compleanni sono anche gli auguri che non si ricevono. I tuoi, almeno, so che li avresti fatti.