Oggi che non ero a salutarti (in memoria di Bigheri)
Oggi che non sono potuto venire a salutarti, mi piace ricordarti così.
Su Hermione, felice.
Al tuo posto che era al timone, sul flybridge, perché a te piaceva vedere e stare dove si vedeva.
Sei morto quando non sei più riuscito né a bere, né a respirare. Quando il tuo unico contatto con la realtà erano i tubi delle flebo.
E tu non potevi vivere in quel modo.
Hai usato tutti i tuoi ultimi respiri per soffiarli nel telefono cercando i tuoi amici, disperato di non essere con loro.
Hai avuto l’estrema umiltà di condividere la paura di un oltre in cui non sappiamo se ci sono barche, porti e pesci da pescare.
Senza accettare che quella paura totalizzante non fosse totalizzante anche per tutti gli altri perché tu eri un uomo che aspirava l’anima con la sua voglia di vivere. Ci hai bevuti tutti come se fossimo ponci e diventavi felice della nostra felicità.
Perché con te, Bigheri, era impossibile non sorridere. Felici. Come un bicchiere di rhum.