Anche oggi, esami (18—-)
Gli esami non sono mai semplici.
L’ultimo studente dell’ultimo appello dell’ultima sessione non è mai il più semplice.
Non ha studiato, o meglio: non ha risposto alle domande come se avesse studiato.
Neppure alla domanda su quali libri di testo avesse preparato il suo esame.
L’esame lo ha condotto il mio assistente.
Mi chiama. Per lui sarebbe 18—- solo perché altrimenti lo studente non manterrebbe il diritto alla borsa di studio che gli è stata assegnata.
Faccio la più semplice delle domande.
Cerco di aiutarlo. Non ci riesco.
Gli comunico che non ha superato l’esame.
Risponde che perderà la borsa di studio. Replico che le borse di studio sono per chi studia.
Mi fermo. Ci ripenso. Verbalizzo diciotto.
Gli dico:
lei non merita questo voto ma io non voglio prendere una decisione che è solo sua. Veda lei se vuole cambiare registro e terminare con onore e dignità il suo percorso di studio o continuare a fare queste figure.
Ma, davvero, mi resta un gran peso sullo stomaco.
Sia per quello che ho fatto che per quello che ho detto.