Siamo di uno stesso sangue, fratellino, tu ed io
Siamo di uno stesso sangue, fratellino, tu ed io è la parola maestra di Chil e racconta dell’amicizia fra un bambino e gli animali della Giungla in quel Pinocchio colonialista cui lo scoutismo ha collegato un metodo educativo.
Significa che un essere umano può essere accolto da un serpente altrimenti terribile come se fossero della stessa razza e che lo stesso può accadere con i lupi e le pantere ma non con le scimmie e i cani rossi.
Si può essere amici di chi è diverso da noi ma riconosce la superiorità della legge.
Non si può essere amici di chi non si sottomette alla legge e perciò deve essere sterminato.
Questa premessa spiega abbastanza bene il dilemma di Di Maio, Salvini, Berlusconi e Martina.
Il Movimento 5 Stelle ha fondato la propria immagine pubblica e costruito il proprio consenso elettorale sul non essere dello stesso sangue di Renzi, Berlusconi e di chiunque abbia condiviso una certa idea di democrazia molto italian style e comunque lunga settant’anni.
Lo stesso hanno fatto il Partito Democratico, Lega e Forza Italia sia nei confronti del Movimento 5 Stelle che nei propri confronti.
Alcuni lo dicono anche al loro interno come se un braccio potesse avere un sangue diverso dall’altro braccio. Ma non tutti capiscono che chi parla male del convento sparla dei frati.
L’idea che potrebbe balenare in questo momento, a un osservatore molto sprovveduto, è che l’interesse di tutti i partiti, ad eccezione del Movimento 5 Stelle, sia il balenare di una ipotesi di accordo di governo, l’affidamento dell’incarico formale di formare il governo al capo politico del Movimento, lo sfumare, lento, inesorabile, progressivo di questo accordo e, contemporaneamente, la costruzione di un accordo di governo di tipo balneare ma che poi si consolida e diventa granitico fino a durare l’intera legislatura.
E’ uno scenario in cui Di Maio si troverebbe a dover giustificare ai suoi compagni di partito l’inutilità di un trionfo elettorale. Ci potrebbe riuscire (è riuscito a non arrossire parlando di doppio forno come se l’inferno non esistesse), ma è più probabile che ne uscirebbe ammaccato e che il prossimo trionfo elettorale non sarebbe il suo.
Ma non è uno scenario plausibile. Purtroppo. Perché passa dalla Direzione del Partito Democratico, che è l’unica direzione al mondo, tranne quella del PCUS, forse, ma allora comandava il segretario e la direzione serviva solo a fargli compagnia quando non sapeva a chi telefonare, formata da più di duecento persone, di cui la metà sono membri di diritto.
Non si può gestire il potere nello stile di questa repubblica, che, in fondo, non è distantissimo da quello delle antiche signorie, se i complotti si devono condividere con duecento persone.
Verrebbe da dire, con l’ironia che supera l’autocensura, #senzadime.