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Una repubblica terminale

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/04/2011

cipputi02La buona notizia di oggi è che il Manifesto compie 40 anni.
40 anni di buone azioni.
Nel frattempo, il clima politico si fa incandescente.
Bossi cerca pretesti per avviare Berlusconi allo smaltimento.
I frequentatori del sottobosco parlamentare avvisano che dietro Bossi c'è Tremonti e che dietro a Tremonti vi è una minoranza sempre più forte nel temere gli esiti della lunga notte berlusconiana, una minoranza che sente il bisogno di andare oltre l'agonia politica del premier.
Tutto questo è fisiologico.
Banali lotte di potere, democraticamente salutari.
Fa invece paura il coinvolgimento nella competizione politica del testo di legge sul fine vita.
E' un testo pericoloso, che sostiene: "l'alimentazione e l’idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza
e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze fino alla fine della vita. Esse non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento".
Come dire, alla fine della vita, in ogni caso, un malato che non ha più speranze non può rinunciare alla alimentazione ed alla idratazione forzata.
La repubblica si arroga il diritto di stabilire il confine fra vita e morte, di scegliere quale sia il giusto modo di morire.
Una scelta etica.
Una repubblica etica obbliga i suoi cittadini a una visione della vita basata sui propri valori.
Difficile immaginare qualcosa di più incostituzionale.
Qualcosa di più lontano dal nucleo assiologico degli artt. 2 e 13, che il testo della proposta di legge oggi in discussione afferma di perseguire.
Difficile immaginare qualcosa di meno adatto a costituire il terreno di una battaglia per il potere politico.
Difficile da immaginare, ma prassi feroce di questa repubblica terminale nella quale le Idi di maggio ci costringono a vivere.

Pezzi di cuore

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/02/2011

sonno-bambinoCammina per il quartiere.
Solo.
Il figlio grullo davanti.
Di qualche passo.
Grullo come un quarantenne grullo e vestito da bambino.
Il grullo sorride.
A tutti.
E' carino il grullo.
Lui, no.
Lui ha un cipiglio brutto.
Indossa una ghigna di inverni freddi e carbone.
Camminano così.
Per la spesa.
Poche e povere cose.
Per andare a messa.
Per uscire di casa, semplicemente.
Ma il vecchio si anima.
Inizia a prendere colore.
Sono morti due suoi amici.
I cartolai.
Sono morti di dolore quando è morto il loro unico e adorato figlio.
Di omosessualità.
Di una malattia vergognosa per un modo di amare diverso.
Ed il vecchio, con la sua aria sola e laida, si è rianimato.
Entra nei bar adesso.
Con la sua storia.
=> Sono morti … E' terribile … Uno di seguito all'altro … Sono morti di dolore … Il figlio … Che disgrazia
Ripete.
Con allegro cordoglio.
Gli viene risposto che il primo è morto di tumore e la seconda di infarto.
Ma non gli interessa.
Ripete che i dispiaceri fanno venire il cancro.
E' contento.
Contento di orgoglio paterno.
Suo figlio non lo farà mai stare male così ed ha bisogno di dirlo.
Come ha bisogno di dire che eppure avevano tutto perché andavano anche in crociera.
Il tremendo della vecchiaia è la giovinezza.

Un Abramo svizzero

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/02/2011

Caravaggio-particolare-de-Nei giorni del Bunga bunga, c'è una storia assai più terribile che affatica i giornali.
Cronaca.
Tristissima cronaca di un padre che non riesce a sopravvivere al fallimento del suo matrimonio ed uccide le figlie prima di andare incontro alla stessa fine.
Follia.
Follia per coloro che guardano i sorrisi delle bambine oscenamente ostentati dai giornali e dalle televisioni.
Vero.
Ma è la stessa follia di Dio, che non ha chiesto nulla di diverso ad Abramo.
Si può fare a meno di tutto, ma non dei propri figli e se si decide di ucciderli vuol dire che davvero non si tornerà più indietro.
Che ogni via di uscita è tagliata.
Se è follia, è una follia che muove a pietà.
La stessa pitturata da Caravaggio nel dialogo fra le grinze del vecchio ed il terrore efebico del fanciullo.
Dio si rammenterà di Abramo incontrando la disperazione di questo padre?
Vorrei crederlo.

I pensieri politicamente scorretti di una Bimba Impertinente (La morte è anche un orologio)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/07/2010

BimbaImpertinenteBabbo, tu quando muori vai in cielo?
Solita domanda, solita risposta: Forse no.
Ma se vai in cielo, va in cielo anche il tuo orologio?
No, se vado in cielo, il mio orologio ed il mio corpo restano qui e tu puoi prendere il mio orologio …
Ma io voglio venire con te …
Provvidenziale intervento di Bimba Piccola:
=> Anch'io
Penso si riferisse all'orologio.

Prima del buio

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/06/2010

cancercannotUn bell'uomo.
Un uomo che si vede essere stato un bell'uomo.
Quella bellezza che sa di piacere alle donne.
Sempre molto curato.
Sempre molto attento.
Un bel savoir faire.
Quel modo di fare che sa essere affascinante senza parere.
Quel modo di sudare che uno non sembra sudato neppure se è fradicio.
E' ingrassato di un adipe grigio di chemioterapia e suda mostrando il sudore.
Asciugandosi il viso con un fazzoletto.
Con vezzo senza fascino.
E' seduto in una riunione delicata.
In una riunione dove un tempo sarebbe stato il convitato più importante ed adesso è l'ospite di quello che era.
La riunione va avanti ed i suoi interventi sono stanchi.
Fuori luogo.
Accolti con l'imbarazzo di chi non si sofferma a rispondere per non essere costretto a commentarli.
Ha una poesia spiegazzata in mano.
Quello che il cancro non può fare, si intitola.
Una cosa del genere:
Il cancro non è onnipotente
Non può distruggere l'amore
Non può impedire di sperare
Non può togliere la fede
Non può divorare la pace
Non può eliminare la fiducia negli altri
Non può distruggere l'amicizia
La memoria ed i ricordi
Non può azzerare il coraggio
O invaderti l'anima
Non ha nessun potere sulla vita eterna
O sull'anima
O sul potere della resurrezione

La legge con indifferenza.
Come una cosa d'altri.
Alla fine della riunione, asciugandosi la fronte, la appallottola e la getta via.
Ti guarda perché sa che lo conosci e che hai fatto finta di non sapere cosa stava leggendo.
Ti guarda negli occhi, glauchi i suoi, glauchi di lacrime e di pioggia, forse solo di sudore.
Ti fissa e dice:
–> Non è vero nulla … Il cancro può fare tutte queste cose … Ed è terribile scrivere che non può farlo
Poi sorride e aggiunge, con il fascino di un tempo:
–> Soprattutto se chi scrive pensa di essere di un poeta dai versi che toccano il cuore

I pensieri politicamente scorretti di una Bambina Impertinente (Angeli)

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/06/2010

BimbaImpertinenteConsueto question time sulla morte:
–> Babbo, quando uno muore diventa un angelo?
Silenzio
–> se uno è stato buono diventa un angelo?
Silenzio
–> tu quando muori diventi un angelo?
Silenzio
–> Forse no…
Doppio silenzio.

Flagranza di lenzuoli

20 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/06/2010

Lenzuoli
Torna a casa.
Più o meno sempre alla stessa ora.
Non presto.
Non troppo tardi.
Mangia d'affanno le solite cose.
Una pasta non troppo riscaldata e quasi al dente.
Una braciola all'olio non troppo dura e quasi buona.
E' orgoglioso di sua moglie.
Non lavora e tiene bene la casa.
E' sempre vestita con cura e porta ancora la biancheria trasparente che gli piace tanto al sabato sera.
Sa governare la casa e gli presenta dei bambini affettuosi.
Soprattutto adora le lenzuola.
Quelle lenzuola che sono sempre fresche di bucato.
Scricchiolano nel letto e profumano di erba e fieno.
Le cambia tutti i giorni.
Una vera fissazione.
Una dolce attenzione.
Finché non scopre la cartina di un profilattico caduta per isbaglio in una ciabatta e capisce perché le lenzuola sono sempre pulite.
Molto indeciso se far finta di non capire.
In fondo, meglio in casa che da qualche altra parte.

10 lacoste fa

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/05/2010

save-your-logo-campaign-lacoste
10 lacoste fa, mia nonna era ancora viva.
Poco più che un abito sobrio su di un corpo ultracentenario.
Si è consumata della noia di essere sopravvissuta a tutti i suoi tempi.
Quei tempi che mi raccontava come una balia di illusioni.
L'ho amata a lungo.
Con una profondità che sapeva di caffè d'orzo e braciole fritte rifatte con il pomodoro.
Ho amato la sua forza di giovane vedova che aveva visto il marito morto tornare dal campo di sterminio a piedi.
E se ne era innamorata di nuovo.
Anche se lui non era più lo stesso ed i suoi occhi avevano smesso di ridere.
L'ho amata talmente tanto da non essere mai riuscito a vedere la sua tomba.
A trovare la sua tomba in un camposanto che mi è sconosciuto.
A cercare il suo ricordo in una foto che immagino sbiadita.
Torna per il mio compleanno.
Quando mi regalava una lacoste.
La stessa lacoste che compro sempre quando compio gli anni.
Come se l'avesse comprata lei.
Come se fosse ancora viva.
In effetti, non tutti i nonni sono eguali.

San Salvador

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/03/2010

ATT111
E' lunga una settimana di letto e ferri che ti frugano nella carne.
Di odori e sapori dimenticati.
Di un letto davanti a te.
Con un ragazzo chiuso nelle coperte.
Un ragazzo che ha un tumore alle ossa.
Che non si può alzare senza che la forza di gravità le rompa.
Dorme.
Quieto.
Un sorriso dolce apre i suoi occhi nel primo canto del mattino.
Sorride ringraziando i primi canti della primavera.
Estrema danza immobile nel suo corpo.

Splinder sta morendo?

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/02/2010

SatyaLa sensazione è questa.
I blog non sono più di moda.
Non è più cool avere un blog.
Internet cambia continuamente.
Ha smesso l’abito del blog come social network anonimo.
Sta smettendo l’abito dei social network palesi, come facebook.
Splinder sta diventando noioso.
E’ abitato dei soliti blogger.
Incalliti.
Noiosamente incalliti.
La sfida è capire se può rinascere.
Se può avere un senso farne qualcosa di diverso.
Di più evoluto.
In fondo, il punto di forza di splinder è che dentro ci sono un sacco di cose scritte bene.
Alcune molto bene.
Forse si dovrebbe partire da questo dato.

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