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Fra dimissioni ed impedimento temporaneo

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/10/2009

PallaDiVetroLa politica è il regno delle palle di vetro.
Senza dubbio.
Marrazzo si è dimesso.
Una situazione di sofferenza personale oramai indilazionabile non gli ha consentito di portare a termine il mandato.
La stessa moglie gli ha chiesto, per il suo bene, per il bene della sua famiglia, di dimettersi.
Una scelta umana e profondamente sofferta.
Questa la linea politica, molto Comitato Centrale, emersa sui giornali.
I problemi, però, sembrano assai diversi.
Fra lunedì e martedì, non è cambiato molto, anzi nulla: l’art. 44 dello Statuto regionale, che fissa il principio per cui le dimissioni o qualunque altra causa di impedimento del Presidente della Giunta eletto dal popolo determinano lo scioglimento del Consiglio regionale e la convocazione dei comizi elettorali, è restato inalterato.
Come pure, si potrebbe aggiungere, è inalterato l’art. 43 che consente la presentazione di una mozione di sfiducia, la cui trattazione e votazione da parte del Consiglio sarebbe stata senz’altro assai imbarazzante.
Peraltro, a riprendere in mano il dibattito molto prima repubblica sulle crisi extraparlamentari, la discussione della mozione di sfiducia sarebbe stata lo strumento più corretto sul piano istituzionale, restituendo centralità all’organo consiliare.
Ma, forse, i veri problemi sul tavolo sono ancora diversi.
Le dimissioni di Marrazzo sono uno strumento per costringere la maggioranza attualmente al governo regionale ad accelerare il dibattito interno sulla scelta (con la consueta apparenza delle primarie di coalizione?) del candidato alla sua successione.
L’anticamente maoista Esterino Montino non sembra possedere il phisique du role.
La Bindi pare bruciata dalla candidatura a Presidente del Partito democratico.
Zingaretti, che pure ha rischiato di non perdere la Provincia di Roma e che è molto autorevole nella federazione romana, pare voler mantenere le distanze da una campagna elettorale che lo potrebbe trasformare nell’eterno sconfitto.
L’Italia dei Valori scalpita per un posto importante e le mosse di Rutelli sembrano avere molti collegamenti con gli scenari romani.
E’ questa la partita che si sta giocando ed è una partita che conta molti milioni di Euro.
Tutti i milioni che la Giunta Marrazzo aveva lasciato, come ogni altra Giunta, agli ultimi mesi del proprio mandato, in modo da poterne massimizzare l’efficacia elettorale.
Forse, però, soprattutto è una partita in cui si cerca il candidato che più di tutti possa garantire continuità ad un governo non sempre trasparente e le dimissioni di Marrazzo, a voler usare la palla di vetro, sembrano soprattutto dire di no alla candidatura della Bindi, che sarebbe una ventata di aria nuova.
Troppo nuova.

Non v’è chi non veda (Marrazzo e la Brendona)

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/10/2009

PeliDiFicaOggi, è possibile gioire.
Tre milioni di cittadini, compresi minorenni ed extracomunitari, regolari ed irregolari, hanno partecipato alle primarie del Partito Democratico: partito e non popolo. Esempio di democrazia e non di demagogia.
Berlusconi ha confessato di avere pieno controllo sulle proprie testate editoriali e di farne uso politico: il suo intervento ha dettato la linea editoriale di Chi nei confronti del video Marrazzo (un disgraziato in mutande che piagnucola Non mi rovinate accanto ad un trans incazzato, se così si può dire, perché gli hanno appena fottuto Euro3Migliaia di parcella).
Marrazzo Piero, il presidente della Giunta regionale del Lazio che era stato sorpreso con alcuni trans sudamericani e filmato da alcuni carabinieri infedeli, ha dimostrato la superiorità morale delle sinistre autosospendendosi dalla carica e dalle indennità relative per uno scandalo che riguarderebbe esclusivamente la sua vita privata.
Tutto questo, su Repubblica e gli altri quotidiani critici nei confronti del governo, accompagnato da un Non v’è chi non veda …
Onestamente parlando, che in inglese suona assai meglio che in italiano, affermare che l’affaire Marrazzo sia quasi una occasione per dimostrare la superiorità politica delle sinistre nei confronti dei partiti al governo è davvero una operazione offensiva per l’intelligenza.
Marrazzo è stato trovato con i pantaloni abbassati nell’alcova di un trans, che frequentava e che ha rilasciato interviste come se fosse la sua fidanzata.
Pagava molto bene per i suoi incontri: aveva Euro5Migliaia nel portafoglio, di cui Euro3Migliaia erano la parcella del trans e Euro2Migliaia sono diventati la prima parte del prezzo del silenzio dei suoi ricattatori.
Denari che di per sé parlano, anche se i giornali non ne parlano: Marrazzo come Presidente della Giunta regionale incassa una indennità di poco più di Euro8Migliaia mensili, sicché se ne spende tre in prestazioni sessuali – non occasionali ma ripetute con singolare assiduità – vuol dire che ha anche altre fonti di reddito e non sembra un caso che quando è stato convocato dalla Procura della Repubblica credesse che la ragione dell’invito fosse collegata ad un problema di appalti, come con singolare ingenuità ha avuto di dichiarare.
Ma un elettore del Partito Democratico si deve chiedere perché se il voto della Binetti sulla aggravante omofobica è considerato un valido motivo per proporne l’espulsione dal partito, il comportamento gravemente omofobico del Presidente Marrazzo (andare con un trans significa sfruttare la prostituzione maschile) sia sanzionato con una semplice autosospensione: Marrazzo dovrebbe essere espulso dal Partito e basta.
Onestamente parlando, non credo che così si vada molto lontani: quando il becero Belpietro sul Giornale osserva che i vizi delle sinistre sono con i trans, mentre i peccati di pantalone delle destre sono con le escort condensa un discorso politico che ha una sua forza retorica.
In un mondo di puttanieri, meglio un puttaniere normale.
Ma solo se le paga di tasca propria e, qui, forse, è possibile dubitare.

Olindo e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/10/2009

 olindoOlindo e la Rosa, o l’Olindo e Rosa, come loro preferirebbero, sono stati condannati in primo grado per la cd. Strage di Erba.
Hanno vinto un ergastolo.
Hanno proposto appello.
Sarà discusso.
Prima o poi.
Nel frattempo sono in prigione.
In due prigioni separate.
L’Olindo protesta perché vede la Rosa una volta ogni quindici giorni.
Per tre ore.
Nel resto del tempo, la sua anima è in letargo.
Senza la Rosa, l’anima dell’Olindo non ha ragione di esistere.
Forse è un trattamento crudele e degradante.
Non perché l’Olindo abbia diritto a vedere la Rosa.
Ma perché è del tutto inutile che non la veda (Cedu, 20 gennaio 2009, n. 24424: sono disumani quei trattamenti che, valutati, caso per caso, risultano sproporzionati alle naturali finalità afflittive della pena, anche se, forse, l’allontanamento dagli affetti familiari è una naturale pertinenza della detenzione).
Ma soprattutto se fossero nella medesima galera, lo Stato risparmierebbe i denari necessari a trasportare la Rosa dall’Olindo e l’Olindo non rilascerebbe più interviste a Panorama: 200 chilometri di cellulare, anda e rianda, due volte al mese, non credo che costino poco.

Chi le ha sciolte (campane e carampane)?

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/10/2009

Gioco CampanaLa campana è un gioco antichissimo.
Spunta con una mamma attrezzata di gessetti colorati.
La classica madonnara da giardinetti, che si circonda di bambine e mostra loro come saltellare da una casella all’altra.
E’ bello vedere queste bambine che saltano.
Sono salti dolci e un ridere quieto.
Meno bello osservare certe mamme.
Orridi oggetti da giardinetti.
Le pinze nei capelli.
La tuta da ginnastica.
La maglietta che mostra addominali che sembrano salsicce di Poldo.
Inevitabile chiedersi chi ha il cuore di governarle.
Anche se, in effetti, il loro problema non è chi le governa ma chi ha smesso di governarle.
La prostata è una ghiandola capace di obiezioni di coscienza.

Torero o torello?

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/09/2009

Pfizer-ViagraIl Corsera pubblica i verbali degli interrogatori di Tarantini.
Ha rifornito il Presidente del Consiglio di numero trenta signorine per diciotto serate.
Ha fatto sì che il Vice presidente della regione Puglia godesse dei favori di altre signorine.
Ha organizzato una cena elettorale per il comunista a vela.
Tutto questo si sapeva.
Non si conosceva la chiosa dell’indagato alle proprie dichiarazioni.
Tarantini ha voluto precisare che la sua volontà, il suo disegno strategico era di organizzare, attraverso le donne e la cocaina, una rete di amicizie influenti.
In questo modo, ha svelato la sua linea di difesa: Io non ho corrotto nessuno, perché non ho chiesto particolari favori, ho chiesto solo amicizia.
Come Don Corleone e gli amici di Don Corleone avevano l’obbligo di dimostrare la loro amicizia quando il Padrino lo chiedeva.
Può essere una linea defensionale per Tarantini.
Sicuramente non lo è per il Presidente Torello.

Mutanda

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/09/2009

LegginsDelle ragazzine che si strusciano fra gli sguardi attentamente lubrichi dei maschi di mezz’età e l’invidia malcelata delle loro compagne, l’archetipo è Mutanda.
Mutanda porta solo leggings.
Sempre.
Li porta ad aprile, come a ferragosto.
Li porta sotto la gonna, sotto la camicia, sotto la canottiera.
Attillatissimi.
Non sempre leggeri.
Anzi.
Il più lubrico dei lubrichi – trasformato in domestico dalla moglie siccome rinvenuto nel talamo nuziale con un corpo estraneo – la osserva con lo sguardo fisso.
Trapassando la Corona.
Poi, come parlando tra sé, in una serata particolarmente torrida, dopo avere recuperato i figli una ventina di volte, sotto lo sguardo attento della moglie al trentesimo prosecco:
–> Io, io, se potessi ma non posso, gli caverei quella mutanda, la strapperei, ci infilerei la lingua dentro … Solo per chiederle: sei venuta o è tutto sudore?

Convertiti

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/08/2009

l05novIn una intervista a Jovanotti, Lapo Elkann si dichiara pronto a convertirsi all’ebraismo.
Minaccia di entrare in politica con Valentino Rossi.
Tranquillizza l’azionariato Fiat, spiegando che l’azienda non è pronta per le sue idee.
Forse è questa l’unica cosa interessante.
Del resto si poteva fare tranquillamente a meno.
La fede è un fatto privato.
La politica come spettacolo di prime donne non fa certo notizia.
Ma che Lapo stia lontano dalla Fiat non può che far bene ad una seduta di borsa fiaccata dal caldo e magari Marchionne ha stimolato l’esternazione per favorire il take over su Opel.

Chi li ha sciolti? (Potta e nutella)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/07/2009

PottaENutellaBerluschini (ovvero il Berlusconi di Ghedini), forse, dovrebbe pensare meno al Guardian e di più al Vernacoliere.
Il temutissimo scoop per il G8 dell’Aquila, difatti, non viene né dalla stampa della perfida Albione, né dagli altezzosi spagnoli del Pais.
Ma dal Vernacoliere, noto periodico di area labronico-sciovinista con tendenze spartachiste, che ha abbandonato i consueti temi arcadici per dedicarsi alla attualità.
Il povero Berlusconi (ovvero il Berlusconi dei coglioni, quello vero) temeva, a ragione, che l’argomento per il quale la sua prostata non gli consentirebbe rigidità tali da poter elegantemente trafiggere le signorine di Villa Certosa, portato avanti dalla ghigna dei suoi più fedeli commensali, venisse meno.
Così è stato.
Il cuoco Michele preparava le signorine con abbondanti aspersioni di nutella che consentivano di esercitare per via organolettica prassi normalmente inguinali.
Notizia tremenda per il leader di un paese che fa dell’inguine il centro della propria corteccia epidurale.
Un leader moscio non può guidare un esercito che ha come motto L’ho_duro, anziché Giuro.
Ovvero che invece di professare fedeltà alla Repubblica, si impegna a seguire la propria verga.
Pare che il Giornale del fratello Paolo stia per far uscire un fotomontaggio: Berlusc_Holmes che con la prodigiosa lancia ben oltre i novanta gradi di ordinanza si accompagna con ventiquattro pulzelle, trafiggendole ad una ad una.
Ma lo scoop del Vernacoliere potrebbe non essere finito: dopo la nutella invernale, infatti sembra che apparirà la pastiera pasquale, accompagnata da una Malvasia delle Lipari, e perfino il cocomero estivo, servito su Dolcetto d’Alba ben ghiacciato.
Il tutto naturalmente sarà ben documentato dalle fotografie che il giornale è riuscito a procurarsi grazie alla propria saggia politica editoriale.

Nessuno tocchi Papino

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/06/2009

berlusindoneIl Noemi_Gate si sta diffondendo.
Non più "solo" una signorina di Casoria che riceve una strana visita del Capo del Governo per il suo compleanno e un regalo piuttosto singolare.
Adesso, con ritmi ska, si aggiungono: (i) i memoriali della escort con registrazioni e video: Andiamo nel lettone? Non hai più voce?_Ieri sera hai gridato troppo; (ii) le amiche della escort che confermano il tutto, precisando di non essere escort ma "ragazze immagine"; (iii) le signorine dell’est che avrebbero affollato le feste a Villa Certosa; (iv) la deputata europea con funzioni di lenone.
In un crescendo da Fiera dell’Est: la minorenne che porta alla donna perduta che porta alle prostitute dell’est che non si sa ancora a cosa porteranno: il trans potrebbe essere un bel passaggio per il G8.
Le difese del miliardario ridens sono nervose: la Bergamini (Corsera del 18 giugno) paragona Berlusconi a Catilina in una lettera troppo accorta per dimenticare che lo stesso paragone era stato escogitato da Saramago in un articolo del 16 maggio sullo stesso giornale tutt’altro che lusinghiero: Berlusconi come Catilina ma nessun Cicerone in vista era il filo rosso del ragionamento portato avanti dallo scrittore piuttosto esperto di dittature.
Berluschini si attacca alla privacy e alla irrilevanza penale dell’utilizzatore finale in una fattispecie di sfruttamento della prostituzione.
Feltri ricorda l’intervento alla prostata che renderebbe il Capo del Governo incapace di governare il proprio inguine.
Giulianone cerca una scialuppa, capiente.
Con rapida freddezza, forse, gli aspetti da osservare sono due.
Primo, appare indubbio che il Primo Ministro ricorra alla forza del mercato per le proprie soddisfazioni sessuali. Probabilmente non ne avrebbe bisogno: una persona nelle sue condizioni non ha bisogno di pagare né per invitare delle belle ragazze ad una festa, né per corteggiarle con successo. Se paga, lo fa perché non vuole avere problemi. Vuole essere sicuro che una volta consumato vadano via con la loro busta senza chiedere null’altro: da uomo di mondo, sa benissimo che le donne non si pagano perché vengano ma perché vadano via.
Di conseguenza, il Presidente del Consiglio è un incapace.
Ma questa può essere una questione che non ha rilevanza politica, poiché riguarda esclusivamente le qualità umane del Primo Ministro scelto dagli italiani.
Secondo, appare indubbio che la signora D’Addario sia stata pagata da un terzo che poteva avere interesse a ricevere dei vantaggi dal Capo del Governo.
Appare anche indubbio che il corrispettivo abbia onorato una prestazione che si è svolta di notte in un letto grande.
Appare probabile che il mediatore di questo negozio abbia ricevuto o sperato di ricevere una qualche contropartita.
Qui, la sostanza politica del problema – giuridicamente coperta dal lodo Alfano -, il Presidente del Consiglio è felice di ricevere a casa propria delle escort che sono pagata da un terzo ovvero è disposto a correre il rischio di poter essere ricattato.
Il che non è pericoloso solo per lui.
E’ pericoloso per il Paese.
Ma su questo il sottosegretario Letta riferirà al Comitato Parlamentare di controllo sui servizi segreti.

P.s.
Il titolo è farina dell’unico costituzionalista che conosce le canzoni di Gaber a memoria e le sa cantare alla perfezione.

Il valore aggiunto di Noemi e delle sue colleghe

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/06/2009

PallaDiVetroBerluschini – ovvero il Berlusconi di Ghedini – ha avuto modo di dichiarare sulle gite romane registrate dalla prudentissima Patrizia D’Addario: “ancorché fossero vere le indicazioni di questa ragazza, che vere non sono, il premier sarebbe l’utilizzatore finale e quindi mai penalmente perseguibile”.
Al di là della prosa, l’espressione Utilizzatore Finale è tipica dell’imposta sul valore aggiunto.
Il che significa che queste signorine hanno emesso regolare fattura.
Il dubbio riguarda l’aliquota: 10%, trattandosi di lavori di ristrutturazione e risanamento conservativo, o 4%, considerando la natura alimentare della prestazione erogata?

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