Bersanillo
Potrebbe essere un personaggio dei fumetti: Bersanillo, il politico vestito lebole che dispensa massime di saggezza contadina e perde tutte le elezioni.
Sarebbe bello se lo disegnasse Jacovitti, con i salami che escono dalle tasche.
Potrebbe essere un personaggio dei fumetti: Bersanillo, il politico vestito lebole che dispensa massime di saggezza contadina e perde tutte le elezioni.
Sarebbe bello se lo disegnasse Jacovitti, con i salami che escono dalle tasche.
L’esito delle urne è davvero notevole.
Molto si può discutere, ma alcune sconfitte sono evidenti: quella di Bersani e della sua alleanza con Vendola, prima di tutto.
Nello stesso tempo, è evidente che un corpo elettorale distratto (solo il 52% ha seguito con interesse la campagna elettorale) e sempre meno coinvolto nella politica (i votanti sono stati il 75% degli aventi diritto, molti per una democrazia occidentale, pochi per il nostro paese che è una democrazia occidentale sui generis) ha premiato il movimento di Grillo.
Berlusconi spedisce a tutti gli italiani (non a me, ma non mi offendo) una busta con scritto rimborso imu 2012.
E non si accorge che ci sta trattando da cretini, perché gli ultimi signori che inviavano delle buste con scritto Bollettino contributi e tasse sono stati condannati per truffa un po’ di anni fa.
Ci si trova il sabato mattina.
Agghindati come piccoli Borg.
Piccoli Borg più vicini agli ottanta anni che ai venti.
Borse che traboccano di racchette in grafite e grafite di carbonio, corde tese come stradivari, pantaloncini e magliette perfette per gli open d’Australia, etc.
E, in un angolo, la cassettina del pronto soccorso: fasce elastiche, cavigliere, spray per le contratture muscolari, etc.
Iniziano le partitelle, durano sempre meno delle due ore previste. Uno scivola sulla rete e si fa male alla caviglia, l’altro si sforza in un servizio improbabile e si infortuna il polso, etc.
Mai che le due ore arrivino al termine senza almeno una sospensione per infortunio.
C’è un motivo per cui i nostri nonni, che avevano più o meno la nostra età di adesso quando eravamo piccoli, ma non pretendevano di essere ancora adolescenti, giocavano a bocce.
Il brutto dell’arteriosclerosi è che ti colpisce quando non capisci più nulla.
Imbarazzante dire cose che si vogliono dire senza la soddisfazione di capire di averle dette.
Di conseguenza, si può scegliere di diventare arteriosclerotici ben prima che le nostre vene si siano indurite.
In un corridoio di giustizia.
Urla e strepiti.
Provengono da stivali metallici, che si innalzano su calze a rete, sciatte di smagliature larghe come scannafossi, e terminano su uno spacco che potrebbe essere vertiginoso se non odorasse di macelleria. Non troppo fresca. Il resto è coperto dalla voce di gallaccio travestito.
Tremenda l’offesa.
Tremende le urla.
Divertito il capannello che si forma senza avvicinarsi di un passo.
Triste l’anziano che ascolta tutto quello che gli viene detto.
China la testa nel più cerimonioso degli inchini che anni di salamelecchi gli hanno insegnato.
Non un inchino alla giustizia che è dovuto.
Ma alle sue calze smagliate.
I capodanni segnano più di altre cose le età della vita.
C’è il capodanno che aspetta la calza della Befana, il cui proposito è l’anno prossimo sarò più buono e non mangerò più lo zucchero di nascosto dalla mamma.
C’è il capodanno con i brufoli che si aspetta solo signorine intese in senso vaginale.
C’è il capodanno della laurea: finalmente mi posso impegnare a lasciare il mondo migliore di come l’ho trovato.
Il capodanno del giovane padre, passerò più tempo con i figli.
Infine, arriva il capodanno della mezz’età: Che l’anno prossimo fatturi più del passato e meno del successivo…
Quando gli auguri sono questi, ti accorgi di avere sbagliato festa e cerchi disperatamente un ragazzino con i brufoli con cui parlare di cose interessanti.
Le vacanze sono i giorni lavorativi in cui si può incontrare un cliente importante senza indossare la cravatta.
Ci sono gli auguri di Natale e c’è lo spamming degli auguri di Natale.
Quegli auguri che ti squillano davanti in continuazione, come reply to all ad un messaggio del genere Cari colleghi, illustri docenti, in una giornata in cui avresti voluto essere in bici a fare il pieno di endorfine e sostenere al meglio l’assalto delle persone che vedi solo a Natale – e c’è un motivo per cui nel resto dell’anno non le frequenti -, ma sei incollato da una trattativa al video del computer.
Ma, forse, tutto questo deriva dall’essersi lavati il muso con il detergente vaginale che Mamma ha lasciato sul lavandino, invece che accanto al bidet, per punirmi di avere passato la notte a guardare Pulp Fiction.
Trattoria, molto classica.
Molto per clienti abituali.
A tal punto abituali che tutti hanno il loro tavolo e che quando ne muore uno la sua fotografia viene appesa sopra il posto che era solito occupare.